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Festeggiare San Valentino…cinque anni dopo

Ho cambiato idea rispetto a festeggiare San Valentino. Quanto cinismo cinque anni fa…Ero impazzita? Divano e tisana?
Niente cuori, niente fiori, niente bigliettini poetici?
Ma no!

Qui si deve cambiare registro. E quest’anno ho spinto (cautamente) per il risveglio di San Valentino anche a casa mia.

Cioè, per carità, non l’abbiamo mai festeggiato e resta vero che bisognerebbe stare bene nella coppia indipendentemente da San Valentino. Questo è chiaro, lampante, lapalissiano. Ma dopo anni di matrimonio, di neonati e nottate in bianco, di biberon e pianti e febbri, di vacanze a tre e poi a quattro, ho finalmente capito che un po’ di impegno ci vuole, anzi, che stare in coppia è proprio un lavoro. E San Valentino può essere una delle (tante) occasioni da cogliere.

Insomma, ogni tanto anche un piccolo sforzo per organizzare una serata a due, una cenetta, un cinema, una mostra o quello che ci va, lo dobbiamo fare. Segnando l’appuntamento in agenda come impegno improrogabile.

Tutto è iniziato quando via Whatsapp mi stavo mettendo d’accordo con delle amiche per un’uscita. Io ho proposto il 14. Il 14? Ma è San Valentino!

Urca, neanche ci avevo pensato.

In effetti la routine logora, i figli divorano la vita di coppia. Quindi, via a dolcetti e seratine a due, via a lingerie di pizzo e simili, per gli amanti del genere, vie a cenette romantiche e candele.

Insomma, per la verità mi sono limitata a un cioccolatino a forma di cuore insieme al caffè, per quest’anno, perché il trip di festeggiare San Valentino mi è arrivato troppo tardi e non ho fatto in tempo a trovare una baby sitter (single, ovviamente) che tenesse i bambini.

Ma l’anno prossimo recupererò, giuro.
Sarei quasi tentata di recuperare le scarpe da tango dall’angolo sperduto della casa in cui saranno finite…

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