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Vaccini e antibiotici: il post che non volevo scrivere ma…

Non volevo ttoccare l’argomento spinoso di vaccini e antibiotici, che tanto divide in questo periodo, ma di fronte a un bambino morto a 7 anni per un’otite non posso non dire la mia.

Spoiler: i miei bambini sono stati vaccinati e all’occorrenza hanno buttato giù i loro antibiotici. Il mio piccolo in quantità industriale direi, come chi mi segue sa bene. Quindi, chi si innervosisce eccessivamente sospenda pure la lettura.

Non sono un medico, e questo lo sapete. Sono solo una mamma che ha cercato di capire quale fosse la scelta migliore per i propri bambini, districandosi tra le mille teorie e contro-teorie che circolano in questi anni e che un po’ di ansia la mettono a tutte noi.

Premetto che la mia scelta è stata quella di affidarmi a pediatri seri (e ne ho conosciuti tanti) e farmi consigliare da loro.

La prima considerazione che posso fare (avendo studiato non medicina, ma molta molta storia e avendo fatto tanta ricerca anche sulla storia dell’infanzia), è lapalissiana, ma va secondo me ribadita: la mortalità infantile dalla fine dell’Ottocento a oggi (uso dei dati Istat, spero non manipolati dai soliti tessitori di complotti) è diminuita in modo vertiginoso. 

In Italia, nel 1887 morivano circa 223.000 bambini entro il primo anno di vita e 176.511 tra 1 e 5 anni. Nel 2011 il numero di bambini morti nel primo anno di vita è sceso a 1774 e quello tra 1 e 5 anni a 310.

Leggete bene i numeri e ditemi: vogliamo affermare che tale diminuzione, che dal secondo dopoguerra, momento in cui si diffondono antibiotici e vaccini, accelera ulteriormente, non ha nulla a che fare con questi cambiamenti?

Certo, dall’inizio del Novecento sono migliorate le condizioni igienico-sanitarie, l’alimentazione, l’istruzione femminile e si è diffusa l’idea del bambino come portatore di diritti. Tutto questo ha giocato un ruolo centrale nella diminuzione della mortalità infantile. Tanto è vero che la mortalità infantile comincia già a scendere notevolmente per tutta la prima metà del secolo scorso, ma fino all’introduzione di vaccini e antibiotici non cambiano le cause di mortalità infantile.
(Per esempio, prima dell’avvento degli antibiotici, si moriva di broncopolmonite, come è successo alla mia bisnonna che aveva suppergiù la mia età attuale).

Se diamo un’occhiata alle cause della mortalità infantile nel 1931 o nel 1943 e poi nel 1961, salta subito all’occhio che tra le principali troviamo, nei primi casi, udite udite, le famigerate malattie infettive e le malattie oggi curabili con gli antibiotici. Oggi invece la causa principale di morte infantile sono le malformazioni congenite e le condizioni di origine perinatale (95% dei casi).

Bene, questi sono numeri, le conclusioni a me sembrano ovvie.

Questo suppongo non significhi che non si possa mai usare l’omeopatia o che i vaccini non possano essere migliorati. Certo, le reazioni avverse ci sono, purtroppo. Quello a cui bisognerebbe aspirare sarebbe se mai un miglioramento in questo senso, non certo un ritorno al passato.

Nel complesso, io non riesco a capire come si possa avercela tanto con i progressi che nel giro di qualche decennio hanno salvato milioni di vite.

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