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Cefalea ed Emicrania

Cefalea ed Emicrania

Cefalea ed Emicrania: una tra le più frequenti patologie del sistema nervoso, è la cefalea, e l’emicrania si configura come una delle più frequenti e complesse.

È caratterizzata da un dolore che si colloca solitamente su un lato della testa, che si può associare a nausea, vomito e ad una accentuata sensibilità a luce e suoni. Secondo quanto riportato da uno studio relativo alla popolazione italiana, l’emicrania ha una prevalenza che si attesta intorno all’11,6% ed è 3 volte più frequente nelle donne

L’emicrania ha spesso durata prolungata e ripetuta ed impatta grandemente sul benessere e la qualità della vita di chi ne è affetto, risultando tra le cause più importanti di invalidità e di assenza dal lavoro. In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la classifica al secondo posto fra tutte le malattie che causano disabilità ed è la prima causa di disabilità in soggetti di età inferiore a 50 anni.

Da parte di chi soffre, è evidente però, un problema di sottovalutazione della malattia. Si tende ad ignorare o trascurare i sintomi, mentre una diagnosi puntuale è il presupposto essenziale per poter instaurare una terapia corretta ed ottenere una riduzione dell’intensità e della frequenza delle crisi, ma anche per permettere di prevenire lo sviluppo di forme croniche che possono essere fattori di rischio per altre patologie ad alto impatto assistenziale.

In uno studio del 2019 del Censis, per larghe quote dei malati, il percorso di riconoscimento e diagnosi dell’emicrania è risultato  piuttosto lungo e difficoltoso. A complicare il processo di emersione della patologia concorrono diversi fattori, spesso interconnessi tra loro, tra i quali un posto di preminenza sembra essere occupato dalle caratteristiche di esordio della malattia che, per buona parte degli intervistati, insorge in epoca giovanile (l’età media dei primi sintomi è di 22 anni). 
Nel percorso di riconoscimento della patologia, il ricorso al medico non sempre è immediato: sebbene per la maggioranza degli intervistati sia avvenuto con una certa celerità (inferiore o pari all’anno), permangano ampie quote di malati che, al contrario, hanno temporeggiato molto di più, tendendo a gestire autonomamente la malattia prima di rivolgersi ad un professionista sanitario. Tuttavia, anche l’interlocuzione con il professionista a seguito dell’insorgenza dei primi sintomi non sempre si traduce in un percorso veloce e senza ostacoli verso il raggiungimento della diagnosi, che spesso richiede tempo e pazienza e, in molti casi, la necessità di rivolgersi a più di un medico per ottenerla.

L’invadenza della malattia e la sua imprevedibilità non possono che avere un effetto sull’equilibrio psico-fisico e sulla visione complessiva della propria esistenza e del proprio futuro. 
Tra le conseguenze che l’emicrania si porta con sé, figurano, per la persona che ne è affetta, anche ingenti oneri di tipo psicologico. In questo senso, le ripercussioni della patologia risultano dirompenti: il 70% circa ammette di non riuscire a fare nulla durante l’attacco e il 58% vive nella paura costante dell’insorgenza dei sintomi della malattia. Vi è, inoltre, una quota rilevante dei rispondenti che manifesta un forte sentimento di solitudine: quasi il 90% ritiene che la patologia sia sottovalutata socialmente, il 66,2% è convinto che nessuno capisca davvero il livello di prostrazione provocato dalla patologia, la cui invasività viene largamente sottovalutata, ed infine, il 49,9% soffre dello stigma sociale derivante all’essere affetto dall’emicrania.

In una situazione così complessa, il fisioterapista può svolgere un ruolo fondamentale nell’individuare i principali fattori scatenanti associati alla cefalea, per ridurre l’irritabilità del sistema nervoso centrale e diminuire la frequenza, la durata, l’intensità e la disabilità degli attacchi, nonché ridurre il rischio di cronicizzazione e la resistenza ai farmaci.
Qualsiasi sia la diagnosi medica (emicrania con/senza aura, emicrania mestruale, cefalea cervicogenica, cefalea da disordini temporomandibolari, cefalea da colpo di frusta), concentro il mio lavoro sul singolo individuo, valutando quali siano gli aspetti principali per determinare il percorso terapeutico migliore. Attraverso un’attenta valutazione posturale globale, delle abitudini motorie e lavorative, del regime alimentare e della qualità del sonno, creo un protocollo di lavoro individualizzato. Utilizzo tecniche di terapia manuale (Approccio Watson Headache ®), pompage articolare, massaggio miofasciale, trattamento dei trigger points ed esercizi terapeutici indirizzati al riequilibrio della muscolatura del capo e del collo per aiutare il mio paziente a gestire al meglio la sua condizione. 

Gli esercizi che puoi fare per Cefalea ed Emicrania

Per chi soffre di cefalea muscolotensiva, cercare di mantenere il collo più allineato possibile sul tronco quando si sta seduti alla scrivania, può aiutare a non affaticare i muscoli. 

Invece quando si è fermi in piedi, si può cercare di allungare la colonna, come se qualcuno ci stesse tirando per le orecchie. 

In questo periodo di emergenza sanitaria è importante mantenerci in movimento: ogni mezz’ora alzatevi dalla scrivania, andate a bere un bicchiere d’acqua e rimettetevi al lavoro, cercando di mantenere una postura allungata, sfruttando lo schienale della sedia, senza accavallare le gambe.

All’inizio vi sembrerà difficile, ma con un po’ di impegno e costanza, i vostri muscoli saranno più forti, meno rigidi e avrete meno probabilità di sviluppare un attacco di cefalea. 

Cefalea ed Emicrania nelle donne articolo a cura della dott.ssa Linda Cappo fisioterapista

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