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follow up prematuri

Follow up prematuri: cosa significa

Che cos’è il follow up prematuri? I bambini nati prematuri, dopo le dimissioni, iniziano il lungo percorso del follow up, cioè dei controlli per rilevare il prima possibile eventuali problemi che possano manifestarsi o insorgere una volta a casa o per monitorare gli eventuali problemi emersi durante la degenza.

Il follow up è per i prematuri una grande opportunità, perchè qualunque problema, se visto per tempo, può essere affrontato con maggiore successo.

Bambini prematuri: emozioni amplificate. Emozioni, lacrime, persone, amicizie, volti che non dimenticheremo. Quello che questi anni ci hanno tolto, e cioè la spensieratezza di una volta, non conta niente rispetto al miracolo che si rinnova ogni giorno di avere qui il nostro bambino senza il quale non saremmo mai stati gli stessi.

Il follow up prematuri si fa ogni anno

Se nel primo periodo dopo le dimissioni il follow up è più frequente, in seguito diventa un appuntamento annunale per i prematuri e le loro mamme.

Solo le mamme di piccoli prematuri, che hanno visto i loro bambini in Tin, e che si scambiano un whatsapp la sera del tipo “domani follow up (faccina con gli occhi al cielo)” sanno cosa racchiude quella parola inglese traducibile semplicemente con “seguito”.

Siamo contente che esista, il follow up prematuri, e ogni anno ci piace incontrare i medici che seguono questi bambini e sono felici di vederli crescere. Sappiamo che è un bene che siano monitorati nella loro crescita e nel loro sviluppo cognitivo. Siamo mamme molto attente e ci rendiamo conto già da sole di come stanno i nostri bambini.

Eppure…eppure ogni volta un filo di ansia ci accompagna per quel corridoio. Si fa sempre più sottile, ma resta. E una parte di noi vorrebbe prendere il bambino e portarlo via, per non permettere a nessuno al mondo, neanche ai suoi bravissimi dottori, di dirci come sta, come è, come respira, come cresce, come pensa. Lo guardiamo lì sul lettino o sulla bilancia, tutto allegro, e vorremmo prendercelo e tenerlo stretto.

Ed è strano pensare a come, una volta, eravamo terrorizzate dall’idea di avere un bambino con la benché minima imperfezione. Dopo la Tin, invece, per noi solo una cosa conta davvero: che i nostri bambini siano felici.

E questo, in fondo, è il più prezioso “seguito” di un’esperienza come quella della prematurità, ed è un tesoro, una consapevolezza, che vorrei poter regalare a tutte le mamme del mondo, anche a quelle di bambini che da una Tin non ci sono mai passati.

Ho raccontato la mia storia e quella del mio bambino nel libro Il nido di vetro. Sono stata fortunata, il mio bambino sta bene. E lo sapevo anche questa mattina, mentre lo accompagnavo all’ospedale dove è nato per il suo follow-up. Dove ogni anno tanti bambini prematuri nascono e vengono poi seguiti.

Però una volta a casa, salutati i bambini che se ne sono andati felici con i nonni, ho accarezzato la mia gatta che non vedevo da alcune settimane. L’ho sentita strusciarsi morbida contro le mie gambe, ho guardato le sue zampine bianche e i suoi occhioni verdi e per un motivo che non so spiegare fino in fondo, ma che c’entra sicuramente con il follow up, mi si è sciolto un nodo in gola e ho percepito con una lucidità inaudita quanto siamo fragili e, allo stesso tempo, molto, molto forti.

Martedì anche il mio piccolo inizia la scuola. La scuola elementare. Sembra impossibile, ma non ci sono dubbi: sono passati sei anni da quel giorno di agosto, sono passati e ci hanno lasciato tante cose.


Per altri post vai alla rubrica Tin e prematurità

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