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Il nido di vetro, una piccola storia d’amore

Sono passati quasi 8 anni dall’inizio della storia che ho raccontato nel mio libro Il nido di vetro (Edizioni San Paolo, 2019).

Tanto tempo ma, in fondo, è come se fosse ieri. E se nella vita è importante chiudere cerchi e voltare pagina, ecco che l’occasione giusta mi si presenta mercoledì 8 maggio 2019, quando, proprio alla Mangiagalli, dove tutto è cominciato, presenterò il libro Il nido di vetro con il Prof. Fabio Mosca e la giornalista del Sole 24 Ore Serena Uccello. Inutile dire che l’emozione è già grande e domani, mentre sarò in aereo verso Milano, il cuore mi batterà un po’ più forte.

Essere lì, dove ho trascorso quei mesi duri e incredibili, ha un grande significato. E tornarci con un mio libro è felicità incontenibile. Ho sognato a lungo che questo giorno sarebbe arrivato e, proprio come ho imparato nella Tin, non mi sono data per vinta, anche quando complicate e frustranti logiche editoriali sembravano volermi mettere i bastoni tra le ruote. E ci sono riuscita, alla fine. Il libro è uscito, è qui, tra le mie mani, e ancora non mi sembra vero.

Mi sembra ieri che da un letto di quell’ospedale ho scritto un post su questo blog spiegando che ero sparita perchè mi trovavo in grande difficoltà. E in effetti ero riuscita a scrivere solo quelle poche righe, in quel periodo. Troppo difficile concentrarsi su altro che non fosse il mio bambino che voleva nascere troppo, troppo presto. Molte di voi hanno poi seguito tutta la vicenda e alcune mi hanno anche invitata a scriverla. Questo mi pare il momento giusto per ringraziare tutte le lettrici del mio blog che mi seguono con affetto da allora e anche quelle che si sono aggiunte in seguito.

È insomma da molto che aspetto questo giorno, il giorno dell’uscita del mio libro Il Nido di Vetro, una piccola storia d’amore, in libreria per Edizioni San Paolo.

Per chi mi segue non sarà difficile immaginare di cosa si tratta: è la storia della prematurità del mio secondo bambino, ma anche, spero, il racconto di un mondo, quella Terapia Intensiva Neonatale, durissimo e straordinario al tempo stesso.

Ho cercato di essere spietata con me stessa, in queste pagine, senza fare sconti alla mia storia, senza nascondere le fragilità e le debolezze che sempre accompagnano chi lotta per la vita insieme al proprio bambino. Ma, certo, in queste pagine non manca la speranza, racchiusa soprattutto nelle storie delle donne meravigliose che ho incontrato in questo viaggio e nell’impegno indefesso di medici e infermieri, che si prodigano ogni giorno per salvare tante, piccolissime vite.

Il libro Il nido di vetro contiene in qualche modo tutto quello che ero allora e che sono oggi, segna un prima e un dopo. E chiude anche un cerchio. Il cerchio della storia più difficile e più bella che la vita ha saputo regalarmi.

Aspetto ovviamente i pareri di chi vorrà leggerlo e approfitto per ringraziare tutte le mamme che mi seguono da allora…

È strano pensare alla felicità in un momento così, eppure, se dovessi pensare al momento più felice della mia vita, senza dubbio direi che è stato quello. Pensai che non avesse più importanza quello che sarebbe successo poi: in quel pomeriggio si settembre, io e il mio bambino ce l’avevamo fatta. Stavamo lì, abbracciati, e niente al mondo avrebbe potuto cambiare quel momento, neppure la morte.
Fu allora che la nascita di un neonato di 830 grammi si riempì definitivamente di senso. Nel calore di quel nostro primo abbraccio è racchiuso tutto quello che di bello la vita mi ha regalato.

(Quarta di copertina de Il nido di vetro)

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