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Gestire i figli alla fine della scuola

Gestire i figli alla fine della scuola: cosa fare (e cosa no)

Con la chiusura delle scuole, per molte famiglie non si apre un periodo di vacanza, ma l’inizio di una nuova sfida organizzativa. In particolare, chi si occupa quotidianamente di gestire i figli alla fine della scuola affronta un incremento significativo del carico mentale, elevati livelli di stress e affaticamento che vengono accentuati nei mesi estivi.

La fine delle lezioni scolastiche comporta infatti la sospensione di quella rete di supporto strutturata, fatta di orari definiti, attività extrascolastiche, doposcuola ed aiuti familiari, che durante l’anno consente di mantenere un fragile equilibrio tra vita privata e lavoro.

L’assenza di una routine richiede la riorganizzazione costante del tempo, in un contesto in cui il lavoro continua, le energie calano e il bisogno di rispondere a tutte le esigenze – proprie e altrui – resta intatto.

Gestire i figli alla fine della scuola: il tempo libero diventa da “riempire”

Il vero nodo non è la mancanza di tempo, ma il vissuto legato alla percezione di dover essere sempre all’altezza. La cultura della produttività continua a influenzare anche il tempo libero, trasformando l’assenza di attività in fonte di ansia o senso di colpa. In una società che premia il fare, il fermarsi può generare disagio: si teme di non essere utili, sufficientemente presenti, o abbastanza “performanti”.

Emergono così aspettative interiorizzate – legate alla perfezione genitoriale, al bisogno di controllo, al desiderio di rispondere sempre e comunque – che alimentano un ciclo continuo di autoesigenza. Ma fermarsi, accettare anche il vuoto o la noia, può diventare un momento generativo, capace di restituire autenticità e ascolto, sia verso se stessi che verso gli altri.

L’illusione che la fine della scuola equivalga a un alleggerimento è spesso smentita dalla realtà. Quando viene meno la struttura esterna, si apre uno spazio che può diventare fonte di ansia anziché di rilassamento. Il bisogno di riempire il tempo dei figli con attività educative, stimolanti o semplicemente “utili”, può portare a una nuova forma di affaticamento mentale.

Si tende a dimenticare che il tempo condiviso ha valore anche nella sua semplicità. La noia, spesso evitata, può invece essere fertile: stimola la creatività, incoraggia l’autonomia, e apre spazi di riflessione che altrimenti resterebbero sopiti. Rallentare non significa trascurare, ma restituire significato ai momenti non strutturati, senza l’ossessione della produttività.

Strategie per gestire i figli alla fine della scuola

La fine dell’anno scolastico può diventare un’opportunità per rivedere le priorità, sperimentare un rapporto diverso con il tempo e con le aspettative. Non servono soluzioni rigide, ma la disponibilità ad ascoltare i segnali di fatica e a riconoscere i propri limiti.

Cosa fare:

  • Rallentare: anche brevi momenti di inattività aiutano a recuperare energia mentale ed emotiva.
  • Coinvolgere i bambini chiedendo loro cosa vorrebbero fare, anziché proporre solo attività predefinite, favorisce il dialogo, la scelta e la loro responsabilizzazione.
  • Non tutto deve essere impeccabile. Accogliere il disordine – domestico o emotivo – può contribuire a creare un clima più disteso e autentico.

Cosa evitare:

  • Non è necessario intrattenere costantemente i figli. Il tempo libero ha valore anche se non è produttivo, e non deve essere giustificato.
  • La pausa è uno spazio fertile e il momento della noia nei bambini non deve essere visto come del tempo perso, ma come il tempo della creatività e della fantasia per far emergere nuove idee, desideri, bisogni. È proprio nella sospensione dell’agire che spesso si rigenera la creatività.
  • Non riempire ogni giornata con attività strutturate per evitare di replicare le stesse dinamiche di pressione del calendario abituale durante l’anno scolastico.

Imparare quindi a considerare l’estate non come un tempo da “riempire”, ma come uno spazio per ritrovare un ritmo più umano, liberarsi dalla logica della performance e riscoprire il valore dell’ascolto e della semplicità.

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