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Smartphone a scuola, sì o no?

I ragazzi francesi sono rientrati a scuola senza cellulare questo settembre. Da quest’anno infatti per legge è vietatissimo usare gli smartphone a scuola alle elementari e alle medie, i licei possono invece decidere ognuno per sè.

Insomma, quello che prima era di solito un divieto della singola scuola, è diventata una legge nazionale.

Una delle prime mail che ci è arrivata dalla scuola inglese qui da noi è stata proprio relativa a questo. Se fino al 2016, spiegava il direttore, era permesso portare gli smartphone a scuola, ma era ovviamente vietato usarli durante le lezioni, dallo scorso anno gli smartphone non possono proprio entrare nell’istituto, neanche nascosti nello zaino, neanche infilati in tasca e spenti. Zero. Questo perchè i ragazzi della secondary school, ma sempre di più anche quelli della primary, pur non usandolo durante le lezioni, non rinunciavano a dare un’occhiata furtiva di nascosto o chiedevano di andare in bagno per aggiornare il proprio feed o per controllare i like dell’ultimo post. Ovviamente non erano mancati episodi di cyberbullismo e di foto rubate ai compagni e divulgate sui social.

Non so cosa ne pensiate voi, ma personalmente questo divieto mi ha risolto un problema: lo scorso anno, in quinta elementare in Italia, mio figlio era quasi l’unico a non possedere lo smartphone. Io e mio marito abbiamo cercato di resistere e siamo contenti di averlo fatto. E adesso il problema non si pone: allo smartphone mio figlio neanche ci pensa più.

Ma perchè un po’ dappertutto si discute di questo problema degli smartphones a scuola? Quali sono i problemi nel loro uso secondo diversi studi?

Intanto la vita “social” mina la sicurezza dei ragazzi, che monitorano di continuo i like e le condivisioni dei loro post, legando molto spesso a questo la loro autostima.

C’è poi ovviamente il tema del cyberbullismo, degli insulti e le prese in giro via chat, o delle foto scattate di nascosto e pubblicate online.

Un po’ come le droghe, l’uso degli smartphones rende dipendenti, innalzando i livelli di dopamina. Così, anche solo il pensiero del cellulare in borsa distrae e deconcentra.

E poi, soprattutto, gli smartphones impediscono le relazioni reali, per cui nell’intervallo i ragazzi sono concentrati su quello anziché nel parlare e confrontarsi tra loro direttamente. Proprio nella stagione della vita in cui la socializzazione e il rapporto diretto con i pari dovrebbe essere centrale, esplode la tendenza a isolarsi dietro uno schermo e a vivere legami virtuali.

In Francia i genitori l’hanno presa bene, pare che nessuno si sia lamentato. Sicuramente i ragazzi inventeranno mille escamotages, per dirla alla francese, per controllare la situazione, un po’ come quando noi facevamo recapitare un bigliettino della Smemo da un capo all’altro della classe. Ma almeno dovranno ingegnarsi in questo senso.

Intanto nella nostra scuola di qui alcuni genitori hanno posto qualche obiezione. E se è necessario parlare urgentemente con il ragazzo? E se mamma è più tranquilla quando i figli tornano a casa da scuola da soli, sapendoli in possesso del cellulare? Il direttore ha fatto sapere che esistono ancora i cellulari analogici. Esagerato? Demonizzazione eccessiva? Cosa ne pensate voi?

Per altri post su questi temi vai alla nostra rubrica attualità o alle pagine dedicate a bambini e ragazzi.

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