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Un sogno tutto mio e la sua realizzazione

Era il febbraio 2011 quando scrivevo il post che oggi ho copiato e incollato qui sotto e che ho riletto questa mattina bevendo il mio caffè. Avevo un sogno e sono riuscita a realizzarlo.

Posso dirlo? Sono stata brava. Ecco, l’ho detto.

Avevo un sogno da tanto tempo, ho cercato di coltivarlo giorno per giorno, ci ho lavorato mentre allattavo, mentre il mio primo bambino dormiva.
L’ho tenuto stretto (il sogno) anche nei mesi infiniti della Terapia Intensiva con il mio secondo bambino.
Me lo sono coccolato, il mio sogno, mentre preparavo pappe, aiutavo primi passi, seguivo inserimenti, passavo l’aspirapolvere, preparavo feste di compleanno, diventavo una mamma canguro.
E, adesso, questo sogno sta diventando realtà.
Ieri ci ho messo una firma sotto, al mio sogno.
Ci vorrà ancora un po’ perché sia proprio realizzato, ma credo, anche se non mi sembra ancora vero, che ormai non ci siano più ostacoli tra me il mio sogno.
Intendiamoci, niente di grandioso. Ma è un piccolo sogno tutto mio, cresciuto piano piano, e che, non so ancora come, è qui per me, oggi, adesso.
Sono molto felice questa mattina, se non si era capito.

Non lasciamole indietro i nostri sogni, le nostre aspirazioni… c’è posto per loro anche dopo l’arrivo dei bambini…

L’altro giorno con la Bea,

davanti a una montagna di noci, nocciole, mandorle
e chi più ne ha più ne metta,
approfittando delle prestazioni eccezionali del suo schiaccianoci ipertecnologico,
ci siamo fatte una bella chiacchierata.
 
(crunch crunch)
 
Diventare mamme, significa anche realizzare un sogno.
Inevitabilmente, altri sogni restano indietro.
Il bambino è piccolo, ha bisogno di noi.
E noi, che tanto lo abbiamo desiderato,
ci occupiamo di lui, e molto meno di noi stesse.
E questo è giusto, naturale, sacrosanto.
I tempi per noi stesse si riducono o, addirittura, spariscono.
 
Magari l’arrivo del piccolo ci dà anche l’occasione
di levare da mezzo sogni stantii,
progetti che ormai…avevano solo bisogno di una scusa per essere abbandonati!
 
Però la nostra voglia di fare delle cose,
non è che si esaurisca con l’arrivo del bambino.
Il cucciolo arriva e, (colpo di scena!),
scopriamo che neppure il piccolo,
desiderato, coccolato e amato sopra ogni cosa,
ci basta.
 
(crunch crunch)
 
Tornando a casa, ancora sgranocchiante,
ho pensato che, se avevamo un sogno nostro,
prima di diventare mamme
(realizzare qualcosa in campo professionale,
fare un viaggio dall’altra parte del mondo,
imparare una lingua
o qualunque altra cosa abbia per noi un sapore speciale),
non dovremmo lasciarlo andare quando arriva un bambino.
 
Teniamocelo lì, al calduccio, e, ogni tanto, magari nei ritagli di tempo, prendiamocene cura.
 
(crunch crunch)
 
Anzi, dirò di più, se un sogno non ce l’avevamo prima di diventare mamme,
troviamocene subito uno.
Un sogno da coltivare, che sia, mi raccomando, tutto nostro.
 
Eccola qui, dopo “La regola delle amiche (storiche)”, un’altra regola per la mamma di oggi:
“la regola delle noccioline”, per mamme con sogni nel cassetto (oltreché nella culla).
 
E voi, che sogni avete lasciato indietro?

Per altri post vai a il Blog di Giuliana.

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