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Il divieto di aborto in Alabama e i diritti delle donne

Il divieto di aborto in Alabama è stato approvato dalla governatrice dello stato americano dopo essere stato votato da 25 senatori, tutti maschi. In pratica la legge prevede che non si possa abortire neppure nei casi di stupro o incesto, mentre i medici che dovessero praticare aborti rischieranno 99 anni di carcere. Negli Stati Uniti l’aborto è legale dal 1973 (in Italia il referendum sull’aborto è di qualche anno dopo), ma non dobbiamo stupirci più di tanto che proprio oggi, nel 2019, passi una legge del genere: i diritti faticosamente conquistati in secoli di battaglie dalle donne sono sempre più minacciati, anche in quei paesi che ne sono stati un tempo i promotori.

Un enorme passo indietro, che accompagna la pericolosa involuzione delle nostre società in atto proprio nell’ultimo periodo. E così i diritti delle donne diventano sempre più marginali, in un mondo che
vede ancora e ancora nelle principali posizioni di potere sempre uomini. Può darsi che qualcuno sia anche in buona fede, ma c’è da chiedersi quanto a chi promuove leggi del genere stia davvero a cuore “la vita preziosa, dono sacro di Dio”, come ha twittato la governatrice Kay Ivey. Troppo spesso simili provvedimenti ad altro non servono che ad affermare e consolidare, se ce ne fosse bisogno, il prevaricante potere maschile, lasciando le donne più povere di diritti e, quindi, più fragili.

Per fortuna, oltre a molti democratici che hanno attaccato duramente la norma, decisi a portarla davanti alla Corte Suprema, si sono mobilitate moltissime donne comuni che, utilizzando l’hashtag You Know Me stanno raccontando sui social le loro storie, spesso durissime. Sono storie di donne che hanno abortito, per ragioni diverse. Sicuramente sempre con grande dolore.

Sotto l’hashtag You Know Me si leggono racconti e riflessioni di tutti i tipi. Tra questi il pronostico, terribile ma realistico, che, in seguito a questa legge che impone il divieto di aborto in Alabama moltissime donne, soprattutto quelle più svantaggiate economicamente, si ritroveranno nella mani di macellai senza scrupoli, come avveniva nel Medio Evo. E poi ci sono le esperienze di tante, tantissime donne, che hanno scelto l’aborto in condizioni drammatiche, di violenza o comunque di grandi difficoltà.

E allora io dico, le istituzioni e le persone si impegnino non per varare leggi che ci gettano nell’oscurantismo del passato, ma se mai per creare le condizioni affinché nessuna donna si trovi a dover prendere una decisione così dura e che, inevitabilmente, come risulta chiaro leggendo qualche tweet con l’hashtag del giorno, le segnerà per sempre. Che le donne non siano più vittime di violenza, fisica e psicologica, che non siano più lasciate sole, che siano anzi sostenute, materialmente, culturalmente e psicologicamente. E che gli uomini la piantino di prendere decisioni rispetto a temi che non li toccheranno mai veramente. E imparino il rispetto, quello vero, per le donne, in modo che nessuna si trovi a dover dire “You Know Me”, mostrando ferite aperte che mai avrebbe voluto avere.


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