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mio utilizzo del cellulare

Il mio utilizzo del cellulare che significato ha per i figli?

Le nuove generazioni hanno la possibilità di incontrare quotidianamente differenti dispositivi tecnologici, in particolare nelle mani dei loro genitori. I quali, in quanto figure di riferimento primarie, ricoprono un ruolo essenziale nell’orientare i comportamenti e le scelte dei più piccoli: il mio utilizzo del cellulare che significato ha per i miei figli?

Quando utilizziamo il termine Nativi Digitali, parlando dei più piccoli, facciamo riferimento a coloro che dimostrano prontezza e capacità nell’uso di questi strumenti, ma è bene sottolineare che, nonostante la loro naturalezza nell’uso della tecnologia, essi hanno necessità di regole, ed in questo l’esempio genitoriale risulta essenziale.

I cosiddetti dispositivi “Handset”, come i cellulari, attraggono i giovanissimi in misura maggiore rispetto ad altri oggetti, e sono proprio questi strumenti che in modo sempre più “naturale” rientrano nella rappresentazione che i piccoli recepiscono e conservano del mondo dei grandi; per questo riteniamo importante porre attenzione a come il mondo adulto si rapporta alla sfera del digitale e a come media il rapporto tra questa ed i figli.

Il mio utilizzo del cellulare ed il ruolo guida da genitore

Nella fascia 14-19 anni più di 4 adolescenti su 10 dichiarano di litigare con i propri genitori a causa delle ore passate davanti allo smartphone; quello su cui però vogliamo porre l’attenzione è che occorre anche considerare il tempo che l’adulto dedica all’uso di dispositivi elettronici, a discapito anche di momenti di qualità con i propri figli.

Quasi 2 milioni (4,6%), sono coloro che hanno ammesso di usare lo smartphone a tavola, percentuale che quasi raddoppia nella fascia di età 35-44 anni (8,5%). Dobbiamo tenere a mente che la convivialità è un senso intrinseco all’atto nutritivo: mangiare contiene una dimensione sociale, e ognuno può trovare il “proprio posto”, un riconoscimento all’interno della tavola famigliare.

L’uso di schermi a tavola da parte del genitore può non solo distoglierlo dall’atto alimentare in sé, ma anche ridurre l’atmosfera affettiva e conviviale della tavola.

La tecnologia può sì essere messa al servizio della genitorialità, ma per farlo è necessario considerare anche il rischio connesso all’utilizzarla come strumento di delega di alcuni compiti, come nel caso in cui l’adulto ricorra in modo massiccio ai dispositivi handset con l’obiettivo di distrarre e tranquillizzare i bambini (per maggiori approfondimenti rimandiamo al libro “In-corporati” a cura della Dott.ssa Pamela Pace, Presidente dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, in uscita a fine ottobre, edito per Mimesis).

In conclusione, possiamo affermare con sicurezza che non ha senso portare avanti una politica giudicante che demonizzi scelte e comportamenti dell’adulto, ma invece riflettere su quelle che sono le possibili implicazioni dell’uso quotidiano dei dispositivi tecnologici da parte dei grandi può essere d’ausilio ai genitori per promuovere una crescita dei più piccoli armoniosa e volta alla condivisione.

Un primo passo, forse, da fare, potrebbe essere non solo guardare i figli che guardano ma guardare insieme ai figli che guardano, in modo attento, premuroso, rispettando le nuove e variegate esigenze evolutive dei bambini.

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articolo a cura di:

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Via Amedeo D’Aosta, 6 – Milano
info@pollicinoonlus.it – www.pollicinoonlus.it
Tel. 800644622

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