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Dipendenza da cellulare

Dipendenza da cellulare come oggetto consolatorio

L’età del primo incontro con la tecnologia si sta abbassando e in un mondo dove i bambini stanno “crescendo digitali” è importante prestare attenzione all’utilizzo dei dispositivi ed evitare la dipendenza da cellulare.

“Ogni giorno nel mondo 175 mila bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a Internet […]. A seconda delle loro età hanno bisogno di forme diverse di supporto, consapevolezza e libertà.” (C. Pace, Presidente di UNICEF Italia, Safer Internet Day 2022).

Il cellulare è uno strumento che accompagna le diverse generazioni in ogni momento, dal lavoro al tempo libero, e per questo ha acquisito anche una serie di funzioni sociali e relazionali. Per esempio, esso assicura una distanza fisica che può far sentire l’individuo più sicuro e protetto, isolato o, ancora, libero di esprimersi.

Il cellulare, quindi, influenza il rapporto con gli altri: può favorire la vicinanza tra le persone e trasmettere un senso di intimità, così come consentire di mantenere un certo distacco per proteggersi dal rischio di un rifiuto e dal diretto impatto delle emozioni.

Tuttavia, bisogna tenere in considerazione anche eventuali utilizzi disfunzionali, soprattutto da parte di chi sta ancora crescendo. A differenza dell’interazione diretta, spontanea e imprevedibile, lo smartphone permette di comunicare attraverso schermi e, talvolta, schemi di risposta, concedendo più tempo per reagire: una comodità che è bene, però, non si traduca in una preferenza assoluta per questo tipo di comunicazione.

Inoltre, il cellulare può essere utilizzato come metodo per gestire la solitudine e l’isolamento, perché dà la possibilità di essere sempre in contatto – virtualmente – con qualcuno, annullando le distanze – pur aumentandole fisicamente – e, in alcuni casi, sostituendo la realtà relazionale dell’individuo.

Il telefonino può dunque rappresentare una barriera con il mondo esterno, diventando esso stesso fonte di piacere: l’interesse viene rivolto unicamente al mezzo mediatico, mentre l’altro passa in secondo piano. Può quindi divenire oggetto consolatorio – che offre senza chiedere o domandare – quando il soggetto deve sopperire ad una mancanza reale, a un momento di non-comunicazione o alla perdita di una relazione affettiva.     

Dipendenza da cellulare: nomofobia e uso compulsivo del cellulare   

A differenza di una soluzione saltuaria o temporanea, l’uso compulsivo del cellulare e l’incapacità di rimanere sconnessi rientrano nella cosiddetta “nomofobia” (dall’inglese “no mobile phobia”), ossia la paura da assenza di cellulare e di rete. In tal caso, l’individuo si serve del cellulare come strumento di rassicurazione, preferendo in toto la comunicazione telematica a quella diretta e ricercando compulsivamente contatti virtuali. La mancanza di questa connessione può generare uno stato profondo di ansia, impazienza e insicurezza.

Nell’unicità di ogni situazione, per le figure di riferimento può dunque essere utile cercare di cogliere i segnali di disagio che anticipano o accompagnano un simile utilizzo dei device. Quando si parla di educare i bambini e i ragazzi ed i figli ad corretto uso degli strumenti digitali, all’uso della tecnologia e di proteggerli dai rischi che essa comporta, è fondamentale infatti considerare non solo i pericoli della rete, ma anche quelli derivanti da un uso smodato di questi strumenti. Allo scopo di preservare il benessere psico-sociale dei più piccoli, l’Associazione Pollicino è da sempre disponibile all’ascolto e al sostegno di genitori e bambini in difficoltà.

articolo a cura di:

Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Via Amedeo D’Aosta, 6 – Milano
info@pollicinoonlus.it – www.pollicinoonlus.it
Tel. 800644622


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